
Parlami di te…
Hai mai utilizzato la scrittura o il disegno come mezzo per esprimerti?
Noi in questo momento lo stiamo facendo e ci siamo rese conto di quanto possa essere utile per esprimere ciò che si pensa, ciò che si sente e ciò che si vive.
In questo momento particolare, che ci costringe a vivere lontani dalle nostre persone care e dalle nostre abitudini, sentiamo forte la necessità di condividere ciò che sentiamo.
Cercare di fare conoscere agli altri la nostra storia e il nostro personale punto di vista, è un’esigenza che l’uomo ha da sempre: raccontare, narrare e condividere le proprie esperienze di vita e i propri vissuti è qualcosa che accompagna la crescita dell’uomo.
Le nostre vite sono, infatti, intrecciate alle nostre narrazioni, alle storie che raccontiamo o che ci vengono raccontate, a quelle che desideriamo o fantastichiamo di poter narrare.
Scrivere qualcosa può facilmente cambiare il nostro umore, i nostri stati interiori, l’organizzazione dei pensieri, aiutandoci a vedere ciò che succede da un altro punto di vista.
Inoltre, trovarci nella posizione di narrare gli eventi che viviamo può anche stimolare in noi dei processi di creatività.
La scrittura, infatti, aiuta ad esprimere i propri sentimenti, elaborare le proprie passioni e a descrivere le emozioni caricandole di significati e colori sempre diversi.
Quali pensieri ti passano per la testa?
Quali emozioni vivi in questo momento?
Prova a raccontarcelo nella forma che preferisci: una frase, un racconto, un disegno, una citazione e tutto quello che ti viene in mente!
Partecipare è semplice:
- puoi lasciare un commento sotto al post facebook al link;
- puoi scriverlo su Messanger FB e noi lo pubblicheremo in anonimo;
- puoi inviare una mail a info@centropsicologiatessere.it e noi inseriremo il tuo contributo nella pagina in forma anonima.
Lear More

Sportello di consulenza gratuita operatori sanitari covid-19
L’emergenza che stiamo vivendo sollecita tutti ed in modo particolare chi quotidianamente lavora in contesti sanitari. Lavorare a stretto contatto con la sofferenza altrui in una condizione generale di allarme, costretti ad ore continuative di lavoro e lontano dai propri cari può generare stress, irrequietezza, sintomi somatici, sensazione di impotenza nel fronteggiare la situazione.
Il Centro di Psicologia tEssere offre al personale sanitario un servizio gratuito di consulenza on-line. La possibilità di avere uno spazio in cui anche solo portare il proprio vissuto permette di fronteggiare meglio le richieste che la situazione pone.
Per richiedere una consulenza contattaci e valuteremo insieme qual è la proposta più adatta a te!
Lear More

Servizio Tutor Dsa e ADHD Skype
In questo periodo di quarantena, in cui molte attività quotidiane rallentano prendendo ritmi diversi, l’attività scolastica non si è fermata: compiti, esercitazioni, videolezioni e didattica a distanza scandiscono ancora le giornate di bambini e ragazzi.
Se abituarsi a questa nuova modalità – del tutto inedita e insolita! – può mettere in difficoltà gli studenti e i loro genitori che si trovano ad affiancarli nello studio, per le famiglie con ragazzi che presentano un Disturbo Specifico dell’Apprendimento o un Disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività può diventare una vera e propria montagna da scalare!
La didattica a distanza richiede nuove capacità di organizzazione del tempo e dello studio da parte dello studente. Ciò può accentuare le difficoltà, generando frustrazione, ansia, demotivazione…non solo in loro, ma anche nei genitori che cercano di sostenerli nello studio.
Per aiutare le famiglie a far fronte a tutte queste difficoltà, Centro Psicologia tEssere offre un servizio di Tutoring DSA e ADHD online!
Come si usufruisce del servizio?
Per accedere al servizio è sufficiente chiamare il numero 392 1414113 o scrivere a info@centropsicologiatessere.it
Cosa offre il servizio?
-
Primo incontro conoscitivo gratuito
-
Servizio di tutoring, con possibilità di chiedere incontri focalizzati su specifici argomenti scolastici
-
Consulenza per i genitori sulle eventuali strategie per affiancare i propri figli nello studio

Servizio consulenze on-line Skype
Ti piacerebbe iniziare una psicoterapia ma, per diversi motivi, non riesci a recarti fisicamente da uno psicologo?
In alcune situazioni l’impossibilità di raggiungere fisicamente uno studio di psicoterapia può essere un deterrente rispetto al bisogno di intraprendere un percorso. Ad oggi l’avanzamento tecnologico aiuta molto e apre un ventaglio di nuove possibilità, consentendo così di raggiungere una fascia di popolazione che, per diverse motivazioni, ha difficoltà di spostamento.
Svolgere un percorso psicoterapeutico online è attualmente possibile e anche utile, in piena conformità con le indicazioni del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi.
I professionisti del Centro di psicologia tEssere offrono un servizio di consulenza psicologica on-line.
Per richiedere una consulenza contattaci e valuteremo insieme qual è la proposta più adatta a te.
Lear More
Buon Abitare: equilibrio di spazi. Intervista a Laura Di Stefano
“Qui è ieri, è ora, è sempre. E’ la storia di un luogo e di ciò che vi è accaduto nel corso di centinaia di migliaia di anni (…)”
– Qui – Richard Mcguire
“Sentirsi a casa” è un’espressione molto comune, utilizzata per definire una situazione in cui ci si sente comodi, perfettamente a proprio agio.
Proviamo a rifletterci su. A cosa fa riferimento questo modo di dire?
All’avere un posto che ci racconta? Che ci contiene? Che ci ospita? Un luogo in cui troviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno?
Lo spazio che abitiamo ci rappresenta, parla di noi, è il luogo in cui manifestiamo degli aspetti del nostro essere ecc..
Vi è certamente una relazione di reciprocità tra l’ambiente e l’individuo: il luogo fisico in cui si è immersi modifica e risuona nell’essere umano, così come l’essere umano co-costruisce e determina il proprio ambiente. La modalità in cui questa “relazione” si articola, può avere differenti esiti nell’individuo, in termini di una maggiore o minore sensazione di benessere personale.
In quale modo l’Architetto, nello svolgimento della sua professione, riesce a coniugare e a tenere insieme le caratteristiche fisiche dello spazio, con gli aspetti interni e i bisogni del singolo individuo?
Ne abbiamo parlato con l’Architetto Laura Di Stefano, che nella sua professione si occupa di Consulenza e Progettazione degli Spazi per un Habitat in Equilbrio, e lo fa proprio partendo dall’individuo e dalle sue abitudini e caratteristiche, provando ad integrare e tenere insieme bisogno di trasformazione con quello di stabilità e conservazione, per giungere alla co-costruzione di uno spazio funzionale ed in linea con i propri bisogni: “cambiare le cose iniziando dalle case” RI.SPAZIO.
Per saperne di più, clicca su rispazio.wordpress.com
In cosa consiste il tuo lavoro e come è nata questa idea?
L’idea di RI.SPAZIO è cresciuta e si è definita grazie ai miei stessi clienti: lavorare per progettare un habitat “su misura” mi ha portato ad andare oltre la forma dello spazio per poter individuare quali sono le esigenze profonde da cui nasce il desiderio di trasformazione. Ogni persona è diversa ed ha quindi delle istanze uniche, legate allo stile di vita, alle funzioni che la casa deve poter accogliere ma anche profondamente connesse al senso di CASA, a cosa rappresenta metaforicamente, a quali sono i significati quasi ancestrali che ognuno ricerca nello spazio domestico.
Il percorso necessario per far emergere una Visione del proprio spazio è quindi principalmente basato sull’ascolto, che è guidato da me per individuare tanto i desideri ideali quanto le esigenze pratiche legate al quotidiano, indagando le contraddizioni tra un’immagine -a volte preconcetta- e la propria realtà di vita, nel qui ed ora.
Cosa ti piace del tuo lavoro e quali difficoltà percepisci?
Del mio lavoro sopra ogni cosa mi entusiasma la possibilità di creare una vera e propria relazione di aiuto: chi si rivolge a me è consapevole che la mia offerta non sarà esclusivamente tecnico-progettuale. I miei clienti arrivano pronti per affrontare un percorso che li vede coinvolti ed attivi perché cercano un cambiamento profondo che nella casa, anzi, attraverso la casa possa aiutarli a trasformare abitudini che ritengono malsane o che non vogliono più perpetrare e desiderano trovare armonia ed accoglienza nel proprio habitat domestico.
Per quanto però ognuno si ritenga pronto ad affrontare il cambiamento si ritrova poi a dover intraprendere un percorso faticoso ed, a volte, stravolgente; la maggior parte delle volte la difficoltà più grande sta nel passare dal teorico al pratico: le intenzioni sono le migliori ma quando è necessario trovare un tempo “in più” per svolgere determinati compiti (che io assegno!) ci si ritrova immediatamente a dover cambiare le proprie abitudini. In qualche modo la mia richiesta è quella di iniziare a dedicare del tempo a se stessi attraverso gli spazi di casa e prendere contatto profondo soprattutto con le zone disfunzionali -le “zone oscure”.
E’ un impegno e richiede un tempo che va trovato rinunciando ad altro; spesso i miei clienti fanno resistenza dicendomi che “non hanno tempo”: il modo in cui cerco di far superare questa che spesso è una difesa è sottolineare che la scelta del cambiamento è già stata fatta per un’esigenza urgente e per poter arrivare alla meta è necessario dedicarsi del tempo, diverso e nuovo, per innescare un meccanismo virtuoso.
Cosa significa per te abitare uno spazio?
Su questa domanda si potrebbe dialogare per giorni, viste le molteplici interpretazioni che si possono dare alla parola “abitare”. Il significato che però più corrisponde al mio approccio professionale e progettuale è l’abitare in quanto essere presenti in un luogo consapevolmente, con la capacità di vederlo -e non solo guardarlo-, viverlo -e non solo “usarlo”. Aggiungo che abitare in modo sano significa vivere in armonia ed equilibrio tra luogo, corpo, mente ed emozioni: questo è il motivo per cui per me è imprescindibile nella progettazione di uno spazio architettonico focalizzare l’attenzione sulla persona e sulle esigenze profonde che possano portarla -attraverso il luogo che vive- ad un benessere psico-fisico.
Quali sono per te gli elementi e le qualità che uno spazio dovrebbe avere?
Negli anni, progetto dopo progetto ovvero persona dopo persona, sono arrivata alla conclusione che non si può stigmatizzare formalmente lo spazio. Mi spiego meglio: oltre alle caratteristiche di salubrità che rendono gli spazi ameni -quindi la circolazione dell’aria, l’esposizione e la luce naturale, la dimensione degli ambienti a seconda delle funzioni specifiche- ciò che davvero da qualità ad uno spazio è l’equilibrio tra le esigenze quotidiane e quelle “emotive”, la possibilità di ri-trovarsi in un luogo accogliente perché rispecchia un’identità e risponde al proprio stile di vita.
Quale bisogno secondo te spinge una persona a rivolgersi ad un professionista come te? Hai mai notato se esiste una relazione tra la richiesta e particolari momenti di vita di un cliente?
Come ho già anticipato chi decide di rivolgersi ad un professionista che coinvolge il cliente stesso nella progettazione dello spazio attraverso un percorso di analisi dei bisogni, è chi ha già preso consapevolezza della necessità di occuparsi di sé prima ancora che della casa. Che sia per una ristrutturazione ex novo di un appartamento in cui ancora non si è vissuto o la trasformazione dello spazio in cui già si vive, l’esigenza prioritaria è cercare un supporto, una guida per affrontare un cambiamento: la casa diventa un pretesto per focalizzare l’attenzione sul proprio stile di vita, sulle abitudini che si ha voglia di cambiare, sui desideri profondi e sulle emozioni, sulla propria identità, nel qui ed ora, che attraverso la forma sostanziata della casa possa esprimersi.
Quali sono gli aspetti del cliente che ti incuriosiscono e ti guidano nella proposta da fare?
Prima di arrivare alla formalizzazione di un vero e proprio progetto architettonico costruisco una relazione di fiducia, attraverso la conoscenza reciproca: sono sempre molto chiara sin da subito sulla necessità che il cliente stesso abbia una parte attiva nel processo di cambiamento e spiego quali saranno i passaggi che affronteremo insieme e quali strumenti metto a disposizione; allo stesso tempo, attraverso alcune domande mirate, la scelta di immagini evocative, di atmosfere, colori, cerco di conoscere i miei clienti ma, soprattutto, li conduco verso una consapevolezza che, spesso, li stupisce perché stravolge un’immagine diversa da quella che hanno di sé. E’ anche un percorso di liberazione da una forma che fino a quel momento può essere stata una difesa, un contenitore rassicurante ma non più rispondente alla propria identità, oggi. La proposta progettuale nasce così dal cliente stesso di cui io interpreto i desideri attuali e le necessità: senza rendersene conto il vero artefice è proprio il cliente al quale offro degli strumenti per mettere in luce quanto ha già dentro.
In che modo l’idea che tu hai in mente si incontra con quella del cliente?
Al primo sopralluogo in un appartamento mi faccio raccontare quali sono le difficoltà che si incontrano oggi in casa, quali sono le zone preferite e quelle percepite come disfunzionali; successivamente approfondisco la relazione tra stile di vita ed ambiti, invito a fare luce sulle “zone oscure”, metaforiche e spaziali; contemporaneamente costruisco una Visione Ideale di casa, lasciando la possibilità di immaginare e lasciarsi trasportare dalle atmosfere e dai colori evocativi, tralasciando possibili soluzioni relative alla casa. Questo percorso permette a me di entrare nel mondo e nella vita -in parte- dei miei clienti ed a loro di mettersi in contatto con i propri desiderata ma anche con la realtà contingente. E’ un vero e proprio lavoro di squadra attraverso il quale la costruzione dell’idea nasce dal confronto tra il cliente e me: le proposte progettuali sono elaborate in base a specifiche necessità, che io interpreto, e si affinano fino a trovare l’equilibrio e l’armonia tra desideri, funzionalità ed identità nel progetto definitivo.
Il concetto di “ordine” o “disordine” rappresenta qualcosa nel tuo lavoro? Se si, che cosa ne pensi?
Questo è un tema molto delicato perché è davvero relativo, ossia dipende dalla percezione di ognuno. Più che di ordine o disordine a me piace parlare di funzionalità e valorizzazione delle cose: non è la quantità di oggetti a creare disordine ma il modo in cui vengono accumulati, conservati, stipati fino a non sapere cosa si possiede con il rischio di non usarli più. E’ sempre un argomento delicato ed è anche una delle problematiche principali che mi viene proposta: “c’è confusione, disordine, non so dove mettere tutte le mie cose, vorrei che tutto fosse ordinato, etc…”
Nel percorso in cui guido il cliente, la quantità e la qualità degli oggetti hanno un peso importante; attraverso l’analisi del rapporto con “le cose” emergono molti aspetti legati allo stile di vita: gli oggetti -come gli abiti ed altro- sono spesso accumulati riempiendo quelle che io chiamo le “zone oscure”. Nel dover affrontare una ristrutturazione di un appartamento o un trasloco è necessario entrare in quelle zone ed affrontarle con la consapevolezza che gli oggetti rappresentano altro: episodi particolari, viaggi, legami, il passato; gli oggetti possono evocare momenti di vita eppure, occupando spazi -fisici e mentali-, rischiano di diventare vera e propria “zavorra”.
Quando ciò che si possiede è goduto ed ha un effetto benefico sul proprio umore e non pesa sulla gestione della casa ha senso esaltare gli oggetti, vederli, toccarli, usarli: in questo caso organizzo gli spazi affinché questo sia possibile, compatibilmente con i limiti fisici della casa. Se invece entrando nelle “zone oscure” ci si rende conto che quegli oggetti sono simulacro di un’identità che non ci appartiene più, che la quantità di cose è uno scudo che non permette di incontrare e liberare la propria vita oggi, allora è necessario affrontare una selezione importante. Per aiutare i miei clienti ad affrontare questo faticoso lavoro pongo l’accento sul potere della scelta personale per realizzare la Visione ideale di casa e renderla concreta e vivibile.
Ordine e disordine sono quindi relativi ma equilibrio ed armonia nel vivere il proprio habitat domestico sono concetti tangibili ed in un percorso di cambiamento consapevole diventano la meta da raggiungere.
Nel tuo lavoro ti occupi di apportare un cambiamento concreto nella vita delle persone, come ti senti nel farlo?
Soprattutto, sento una enorme responsabilità. L’attenzione che dedico al percorso che facciamo prima di arrivare alla formalizzazione del progetto è necessaria, proprio per entrare in relazione con i miei clienti ed accompagnarli in quello che è un cambiamento concreto ma faticoso, a volte costoso ed è fondamentale che io sia certa di rispettare i “desiderata” ma anche i limiti dei miei clienti, i loro tempi e la forza di affrontare argomenti che potrebbero essere anche troppo difficili. Quindi cerco di entrare in empatia con i clienti per poterli interpretare al meglio rispettando la loro richiesta, senza fare “di più”, senza forzarli. E questo è l’altro aspetto che mi piace dell’approccio che ho scelto: l’empatia, che fa si che senza giudizio io possa conoscere delle realtà diverse dalla mia ed offrirmi come strumento, come guida per un percorso da fare insieme.
Quali reazioni noti nei tuoi clienti alla consegna del lavoro? Ci sono degli episodi che ti va di raccontare?
Poiché il processo per arrivare alla conclusione del lavoro è partecipato, non rivela sorprese immediate: è già attraverso il tempo in cui lavoriamo, fianco a fianco, che i clienti scoprono parti nuove di sé, fino a quel momento, nascoste o che emergono e vengono dichiarate trasformandosi in un modus vivendi finalmente coerente con la propria identità. La casa trasformata assume di conseguenza una nuova formalità spaziale che accoglie chi ci vive in equilibrio ed armonia, rispondendo alle funzioni quotidiane e, soprattutto, alle emozioni ed alle atmosfere che, con consapevolezza ed in pieno contatto con se stessi nel “qui ed ora”, si è arrivati ad esprimere.
Per me la gratificazione più grande è sentire i miei clienti dopo un po’ di mesi ed avere la conferma di quanto la loro casa gli sia vicina e gli corrisponda e, soprattutto, quando mi raccontano di aver compreso quale sia il modo giusto per curarla nel profondo ossia curare se stessi attraverso la casa.
Condivido volentieri un momento particolare del percorso di consulenza: c’è una vera e propria scintilla, un’illuminazione che cambia il punto di vista sulla casa che fino a quel punto si aveva. Questo accade perché, entrando in contatto con i propri bisogni, le fragilità ed i desideri, ci si inizia già a trasformare, cadono dei veli, cambia la prospettiva e la fiducia nella possibilità di essere artefice del cambiamento.
Per me è davvero emozionante vedere come i miei clienti si animino e si illuminino nel percepire la portata rivoluzionante del proprio potere di scelta.
Ogni volta ho la sensazione di essere come una guida di viaggio che conduce a luoghi ancora inesplorati e di cui, insieme al cliente, facciamo la scoperta: capita ogni volta che, in un particolare momento, è come se ci affacciassimo verso un nuovo panorama mozzafiato, bello ed inaspettato, eppure così vicino alla propria identità!
Lear More

IPER Genitori_Gruppi di parent training per genitori di bambini con ADHD
Crescere un bambino con diagnosi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività può rappresentare, per molti genitori, una sfida ardua e complessa: sentimenti di impotenza, inefficacia e frustrazione non sono insoliti davanti alle manifestazioni di impulsività, iperattività e disattenzione del bambino. Doverlo continuamente richiamare perché stia seduto a tavola durante i pasti, impiegare ore ed ore per fare i compiti, far fronte alle reazioni di frustrazione quando non si soddisfano immediatamente le sue richieste…sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano la quotidianità e possono influire negativamente sul benessere familiare.
Riuscire a stabilire una buona relazione con il proprio figlio è però un fattore importante per favorirne la crescita e, nel caso dei bambini con ADHD, per aiutarlo a consolidare i progressi ottenuti negli interventi riabilitativi e prevenire difficoltà future.
Lavorare con i genitori rappresenta dunque un elemento fondamentale all’interno di un efficace approccio terapeutico, che permette di attivare risorse importanti per il benessere del bambino e della famiglia.
CHE COS’È?
IPER Genitori è un percorso articolato in 10 incontri da 90 minuti ciascuno, svolti in un contesto di gruppo.
Attraverso il confronto, lo scambio di esperienze e le attività pratiche, i genitori saranno aiutati a:
-Conoscere le caratteristiche del disturbo
-Far emergere, rielaborare e trasformare pensieri ed emozioni;
-Analizzare le proprie modalità relazionali;
-Individuare strategie e modalità relazionali alternativi più funzionali;
A CHI SI RIVOLGE?
Il percorso si rivolge a genitori di bambini con ADHD.
COME SI ACCEDE?
È possibile accedere al percorso dopo aver effettuato un colloquio conoscitivo ed informativo.
CONTATTI
Per informazioni è possibile contattarci telefonicamente o via email:
392 1414113
info@centropsicologiatessere.it
Lear More
Spazio FuoriSede
Intraprendere l’Università è un momento molto importante per la vita di ciascuno, in cui ci si muove verso il proprio futuro e le proprie aspirazioni, talvolta addirittura verso una nuova città.
Quest’ultima eventualità comporta il doversi confrontare con temi importanti come la separazione dai familiari e dagli amici, la realizzazione di sé, lo sviluppo di una propria indipendenza, la capacità di affrontare la lontananza ed il senso di solitudine.
Diventare studente fuorisede è, dunque, una condizione che comporta una serie di cambiamenti, a livello intimo e relazionale, che rendono questo momento della vita molto complesso. Come in molte situazioni di forte cambiamento e di crescita, lo studente può incontrare momenti delicati durante il suo percorso. Ci si può ritrovare a vivere difficoltà, blocchi di varia natura che possono influire sul proprio benessere e rendere questo momento della vita faticoso e poco gratificante.
Il Centro Psicologia tEssere mette a disposizione il servizio “Spazio FuoriSede”, pensato proprio per situazioni di impasse legate a questa fase della vita, al fine di promuovere e sostenere il benessere psicologico ed emotivo dello studente durante il suo percorso formativo.
CHE COS’È?
È un insieme di servizi rivolto agli studenti fuorisede con l’intento di offrire loro uno spazio per parlare di sé, per comprendere ed affrontare il loro disagio, con l’aiuto di psicologi e psicoterapeuti esperti.
I servizi disponibili sono:
• “Sportello di ascolto FuoriSede”
• Percorsi di consulenza e di psicoterapia ad un costo agevolato
Lo sportello permette di avere uno spazio d’ascolto, per provare a dare un nome al proprio disagio e per avere informazioni che possano aiutare a comprendere meglio la propria situazione ed orientare verso il percorso più idoneo da intraprendere.
Talvolta un incontro può essere sufficiente per superare la difficoltà incontrata, in altri casi invece può essere utile proseguire con un percorso di consulenza o di psicoterapia che permetta di delineare meglio quali siano gli aspetti da affrontare, comprendere e superare.
Gli obiettivi dello Spazio FuoriSede sono:
– creare uno spazio di riflessione rispetto al disagio avvertito dallo studente;
– valutare e comprendere la richiesta dello studente, per orientarlo nella scelta di una strategia di aiuto efficace rispetto alla problematica vissuta e alla specificità della sua situazione;
– agevolare e costruire una maggiore conoscenza di sé, delle proprie modalità di studio e relazionali, anche rispetto al proprio nucleo familiare di appartenenza;
– favorire la riflessione su di sé, esplorando i vissuti relativi alla situazione che si sta attraversando, per vivere i cambiamenti in modo più consapevole;
– attivare le competenze e le risorse personali e del contesto, per permettere un più funzionale adattamento alla nuova condizione.
A CHI SI RIVOLGE?
Spazio FuoriSede si rivolge agli studenti che vivono un momento di difficoltà e sentono il bisogno di essere supportati per comprendere meglio il proprio disagio.
COME SI ACCEDE?
È possibile accedere al nostro servizio prendendo un appuntamento per un primo colloquio tramite i nostri contatti. Successivamente si verrà ricontatti dal professionista della sede più vicina ed insieme si potranno concordare i passi successivi.
QUANTO COSTA?
Lo “Sportello di ascolto FuoriSede” è un servizio gratuito.
Il percorso di consulenza e quello di psicoterapia verranno effettuati ad un costo agevolato.

Consulenza psicologica
La consulenza psicologica è un intervento dello psicologo che si realizza in un numero definito di incontri e con degli obiettivi specifici, che verranno concordati insieme a chi ne fa richiesta nel corso del primo colloquio.
Questo breve percorso è orientato a:
- conoscere le difficoltà della persona;
- comprendere e definire la sua richiesta di aiuto;
- individuare le risorse necessarie per affrontare tali difficoltà;
- ricercare i possibili modi per alleviare tale disagio.
In questo contatto iniziale lo psicologo offrirà l’occasione di avere una prima ed ulteriore (oltre alla propria) lettura della situazione; il compito del professionista è, infatti, quello di mettere la persona nella condizione di riuscire lui stesso ad ipotizzare come risolvere le proprie difficoltà.
Alla fine del percorso concordato si avrà, quindi, una maggiore chiarezza riguardo la propria situazione, le possibilità a disposizione per poterla affrontare ed ai passi da fare successivamente per accrescere il proprio benessere, compresa la possibilità di ricorrere ad un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia.
“È nel momento in cui mi accetto così come sono che io divengo capace di cambiare” – C. Rogers –
Lear More
Psicoterapia Individuale
La psicoterapia è un intervento che si attiva nel momento in cui l’individuo sente di trovarsi in uno stato di sofferenza personale o di crisi.
Alle volte la crisi si esprime in forme invasive e dirompenti, difficili da ignorare, come nel caso in cui si manifesti con la comparsa di vere e proprie emergenze sintomatiche: ansia, attacchi di panico, fobie, depressione, disturbi psicosomatici, dipendenze etc.
In altri casi, invece, la sofferenza può assumere altre forme, più sottili e silenziose, che però pian piano possono condurre a situazioni di vita poco funzionali e scarsamente soddisfacenti: senso di vuoto, incapacità di compiere delle scelte, perdita di controllo, sensazione di essere privi di risorse e alternative, insoddisfazione, solitudine etc. È facile intuire come una situazione di questo tipo, possa facilmente andare ad interferire con la sfera relazionale dell’individuo, innescando circoli viziosi e portando ad una compromissione della qualità delle relazioni in cui l’individuo è coinvolto.
La psicoterapia è dunque uno spazio di ascolto, sostegno, ma anche un contesto in cui generare cambiamenti, pensare strategie alternative, riconoscere e ri-conoscersi, nelle proprie peculiarità, nei propri bisogni e desideri, riscoprirsi.
Con l’aiuto del professionista, si individuano le tematiche centrali attorno alle quali ruota il disagio dell’individuo, con l’obiettivo di innescare le risorse personali necessarie al raggiungimento di un miglior equilibrio personale e relazionale, portando ad un miglioramento del benessere e ad una migliore qualità della vita.
“Processo terapeutico significa aiutare il paziente a sviluppare la sua personalità, restituirgli il potere di sopravvivere e di vivere, di essere creativo a dispetto del suo dolore e della sua impotenza”
– C. A. Whitaker-
Lear More
Psicoterapia di coppia
La Psicoterapia di coppia è un intervento psicologico che offre la possibilità di raggiungere un nuovo equilibrio ai membri di questo sistema.
Si parte dagli obiettivi che la coppia stessa definisce, insieme al terapeuta, offrendo spazio alle questioni da trattare, alle difficoltà da risolvere ed al tipo di lavoro terapeutico da intraprendere.
La Psicoterapia di coppia è un intervento utile per aiutare entrambi i membri a capire quali siano i nodi relazionali che rendono faticoso il rapporto di coppia ed a costruire dei modelli di lettura, maggiormente idonei ad entrambi, che possano portare ad una modificazione di quegli stili relazionali che ad oggi non si percepiscono più come funzionali.
Perché intraprendere una Psicoterapia di coppia?
- La routine fa perdere “energia” alla coppia stessa. Ci si “dimentica” di essere coppia: la condivisione, il gioco, le fantasie, il desiderio la spinta verso “l’esterno” possono venire oscurate a scapito della quotidianità, degli impegni, del lavoro, dei figli o di altri eventi esterni o interni alla coppia, che finiscono con il produrre, giorno dopo giorno, un equilibrio che riconosciamo diverso da quello che fantastichiamo nelle nostre attese, ovvero “come ci aspettiamo che l’altro o che la coppia sia”;
- Stili e modelli familiari differenti, che prendono avvio dalle proprie famiglie di origine e, che molto spesso possono essere terreno di scontro tra i membri della coppia. Da ciò, quali sono i confini che utilizziamo per fare entrare o meno l’altro o le famiglie di origine nel nostro confine personale e come gestiamo le diverse e complesse modalità comunicative e relazionali in merito a tutto ciò;
- Difficoltà che si avvicendano a seconda del ciclo di vita che affronta la coppia: fidanzamento, matrimonio, nascita figli, trasferimenti, lutti, malattie, perdita del lavoro etc.
Le difficoltà, che vive la coppia, se affrontate in terapia possono essere rilette anche nell’ottica di una possibile risorsa; lavorando così per far in modo che non raggiungano una fase di cristallizzazione della disfunzionalità comunicativa e relazionale.