
Parlami di te…
Hai mai utilizzato la scrittura o il disegno come mezzo per esprimerti?
Noi in questo momento lo stiamo facendo e ci siamo rese conto di quanto possa essere utile per esprimere ciò che si pensa, ciò che si sente e ciò che si vive.
In questo momento particolare, che ci costringe a vivere lontani dalle nostre persone care e dalle nostre abitudini, sentiamo forte la necessità di condividere ciò che sentiamo.
Cercare di fare conoscere agli altri la nostra storia e il nostro personale punto di vista, è un’esigenza che l’uomo ha da sempre: raccontare, narrare e condividere le proprie esperienze di vita e i propri vissuti è qualcosa che accompagna la crescita dell’uomo.
Le nostre vite sono, infatti, intrecciate alle nostre narrazioni, alle storie che raccontiamo o che ci vengono raccontate, a quelle che desideriamo o fantastichiamo di poter narrare.
Scrivere qualcosa può facilmente cambiare il nostro umore, i nostri stati interiori, l’organizzazione dei pensieri, aiutandoci a vedere ciò che succede da un altro punto di vista.
Inoltre, trovarci nella posizione di narrare gli eventi che viviamo può anche stimolare in noi dei processi di creatività.
La scrittura, infatti, aiuta ad esprimere i propri sentimenti, elaborare le proprie passioni e a descrivere le emozioni caricandole di significati e colori sempre diversi.
Quali pensieri ti passano per la testa?
Quali emozioni vivi in questo momento?
Prova a raccontarcelo nella forma che preferisci: una frase, un racconto, un disegno, una citazione e tutto quello che ti viene in mente!
Partecipare è semplice:
- puoi lasciare un commento sotto al post facebook al link;
- puoi scriverlo su Messanger FB e noi lo pubblicheremo in anonimo;
- puoi inviare una mail a info@centropsicologiatessere.it e noi inseriremo il tuo contributo nella pagina in forma anonima.
Lear More

Sportello di consulenza gratuita operatori sanitari covid-19
L’emergenza che stiamo vivendo sollecita tutti ed in modo particolare chi quotidianamente lavora in contesti sanitari. Lavorare a stretto contatto con la sofferenza altrui in una condizione generale di allarme, costretti ad ore continuative di lavoro e lontano dai propri cari può generare stress, irrequietezza, sintomi somatici, sensazione di impotenza nel fronteggiare la situazione.
Il Centro di Psicologia tEssere offre al personale sanitario un servizio gratuito di consulenza on-line. La possibilità di avere uno spazio in cui anche solo portare il proprio vissuto permette di fronteggiare meglio le richieste che la situazione pone.
Per richiedere una consulenza contattaci e valuteremo insieme qual è la proposta più adatta a te!
Lear More

Oroscopo per il nuovo anno… e se lo scrivessimo noi?
Inizia l’anno ed iniziano a fiorire oroscopi. Un pubblico ben assortito, che va dai cultori della materia fino a chi ne è occasionalmente attratto, si ritrova ad ascoltare ed osservare le proiezioni annuali del proprio segno per avere qualche anticipazione sul futuro.
La validità e l’attendibilità delle previsioni astrologiche sono continuamente messe in discussione dalle evidenze scientifiche, ciò nonostante la schiera di fruitori non diminuisce. Come è possibile? La spiegazione di questo fenomeno sta forse nella curiosità di molte persone di sapere cosa ci aspetta nell’anno che sta per iniziare, per potersi fare delle aspettative verosimili e partire con un equipaggiamento adeguato.
Lasciando da parte le considerazioni sulla veridicità delle predizioni, mi piacerebbe mettere in evidenza alcuni dei bisogni personali a cui la lettura dell’oroscopo risponde in modo da conoscerli e capire se possono essere soddisfatti anche in altri modi.
Un aspetto basilare che troviamo in tutti gli oroscopi è l’utilizzo di un linguaggio positivo e propositivo, che metta in risalto le buone caratteristiche personali e inquadri diversamente quelle meno buone. È così che, ad esempio, la rigidità nell’affrontare una situazione viene ridefinita come tenacia, l’indecisione come capacità riflessiva e così via. Tutto ciò ha l’effetto di farci sentire più forti e sicuri, di infonderci una maggiore fiducia nelle nostre capacità di riuscire ad affrontare determinate circostanze.
Perché non utilizzare questo accorgimento anche nella quotidianità?
Potremmo provare a soddisfare l’esigenza di sentirci riconosciuti e sostenuti partendo da noi stessi, ovvero dal fare una valutazione delle nostre caratteristiche personali senza demolirsi, ammorbidendo il giudizio su noi stessi e scegliendo deliberatamente di sottolineare i nostri aspetti positivi.
La genericità della affermazioni è un altro elemento ricorrente nell’oroscopo: l’utilizzo di affermazioni generiche consente a ciascuno di riferirle ad un aspetto specifico della propria vita e di far sì che una frase vaga venga immediatamente riempita di significati personali. È ciò che avviene, ad esempio, quando le parole “un successo inaspettato” vengono interpretate da un innamorato non ricambiato o da uno studente provato dagli esami universitari: nel prima caso potrebbero essere tradotte con “la tanto auspicata risoluzione delle mie pene amorose”, nel secondo come “una svolta nella carriera”.
In questo elemento gioca un ruolo fondamentale la percezione personale, ovvero il fare in modo di trovare nelle previsioni proprio quello che si stava cercando.
Chi non vorrebbe trovare delle risposte a delle domande irrisolte?
Cambiando il punto di vista potremmo scorgere tra le righe di quanto appena descritto una risorsa personale da poter mettere in campo, cioè la capacità di individuare i nostri bisogni più urgenti, di riuscire a capire, nel momento che si sta vivendo, quali sono le nostre priorità. In altre parole potremmo dirci capaci di formulare dei desideri. Anche questa è un’ottima risorsa ed un elemento essenziale per fare ipotesi e previsioni per il proprio futuro.
In conclusione, queste brevi riflessioni, possono servirci per fare dei pronostici su noi stessi: potremmo iniziare l’anno percependoci diversamente, valutandoci in chiave positiva, lasciando spazio ai desideri, ai bisogni ed alle nostre aspirazioni.
Sembrano buone previsioni per il futuro, no?
Lear More
La cura non è un fatto privato
La vita quotidiana è sempre più strutturata in modo che ogni momento a disposizione possa essere sfruttato nel migliore dei modi, perfino il tempo libero ha uno spazio specifico per essere utilizzato al meglio; non sono da meno gli spostamenti, solitamente impiegati per ricapitolare i vari impegni o i pensieri che girano in testa, oppure per scorrere i messaggi sul nostro smartphone. In tutto ciò passa in secondo piano il contesto in cui ci muoviamo, forse anche per la convinzione che non ci sia nulla che possa sorprenderci. Su questo sfondo si affacciano una serie di piccole “innovazioni” che sembrano quasi in contrasto con la frenesia della quotidianità: c’è chi si adopera per far rifiorire aiuole abbandonate; chi cambia gli scorci riempiendo di opere d’arte le facciate di palazzi; persone che riorganizzano spazi giochi per bambini ed altre che danno nuova vita a biblioteche e vecchie strutture in disuso.
Viene spontaneo domandarsi come sia possibile che atteggiamenti così diversi possano convivere. Ci si potrebbe chiedere quali siano i meccanismi che muovono chi riesce a trovare spazio, tempo ed energie da investire per realizzare queste piccole grandi opere. È difficile trovare una risposta. Ad una prima lettura potremmo ipotizzare che a fare la differenza siano determinate caratteristiche personali: supporre, quindi, che ci siano individui dediti prevalentemente alle proprie vite ed individui maggiormente interessati agli altri; riducendo tutto alla semplice considerazione che ci si divida in “egoisti” ed “altruisti”.
Questa osservazione presuppone, però, che i comportamenti prosociali siano completamente disinteressati e privi di risvolti personali. Su quest’aspetto la filosofia ha dibattuto a lungo e sono numerose le posizioni che vedono dietro questo tipo di atteggiamento la possibilità di trarne dei benefici, anche solo a livello di immagine personale.
In effetti, l’essere altruisti, comporta dei vantaggi, neanche troppo nascosti:
• Potersi prendere cura, come in questo caso, di spazi comuni permette di sentirsi parte di qualcosa, di un progetto più ampio e di una comunità. Cosa rara in un momento storico in cui si prediligono i legami virtuali a quelli territoriali, dove l’essere vicini non è più un fattore primario per costruire legami.
• Partecipare alla realizzazione di qualcosa significa anche confrontarsi con altre persone, condividere la fatica e le soddisfazioni, mettere a disposizione le proprie conoscenze ed essere disposti ad apprenderne di nuove; in altre parole recuperando e costruendo cose si recuperano e costruiscono anche relazioni.
• L’aspettativa della reciprocità: alla base dell’evoluzione dell’uomo sembra ci siano stati sia comportamenti competitivi che cooperativi; non sono sopravvissuti, infatti, solo gli uomini più forti, ma anche quelli che hanno saputo condividere e cooperare. Questa capacità si fonda sulla fiducia che, quanto fatto per il gruppo, verrà fatto anche dagli altri o che, in caso di necessità, si avrà in cambio l’aiuto che si è offerto.
• Sentire di aver preso parte alla realizzazione di qualcosa, contribuendo in prima persona, migliora il senso di autoefficacia (self efficacy), ci fa sentire capaci, responsabili e reali protagonisti di un progetto.
• Migliora la qualità della vita: riqualificare e trasformare spazi, valorizzandone la bellezza, significa anche dare una valenza diversa all’immagine di sé; vivere in un contesto degradato finisce per influenzare negativamente anche la propria immagine, talvolta confermando la difficoltà ad apportare cambiamenti personali. Un luogo bello, invece, incoraggia a prendersene cura, incrementando il senso di responsabilità individuale e favorendo lo sviluppo di una maggiore attenzione verso sé stessi.
• Migliora lo stato di salute. Esiste una corposa mole di studi che sostiene come l’altruismo, anche la sola attenzione verso l’altro, migliori lo stato di salute, riducendo l’impatto che lo stress ha sull’individuo. A questo filone se ne affianca un altro, altrettanto sostanzioso, che reputa l’esposizione al bello benefico per la persona, apportando delle modifiche a livello biochimico, favorendo la secrezione di ormoni come l’ossitocina, deputati al benessere ed all’appagamento.
• È un comportamento fonte d’ispirazione per gli altri: scegliere di intraprendere azioni insolite, originali, fondate su valide argomentazioni e nobili principi fa sì che anche un piccolo gruppo possa acquisire autorevolezza ed influenzare la maggioranza; può addirittura spingere qualcuno a cambiare il modo di vedere le cose o persino ad aderire a qualche progetto.
Non resta quindi che guardarci intorno per cogliere qualche spunto che ci possa incuriosire e, chissà, forse anche farci diventare parte attiva di qualche progetto che vede come protagonista il posto che abitiamo.
Lear More